Preghiera del giorno

Il ritorno di una cattolica di 67 anni

Ho 67 anni e sono nata in una famiglia cattolica che crede in Dio da diverse generazioni. Due mesi dopo la mia nascita, i miei genitori mi hanno battezzata e restituita al Signore. Fin da piccola, recitavo ogni giorno Lodi e Vespri e il Rosario, e il venerdì adoravo la via Crucis con i miei genitori. All’età di 16 anni, improvvisamente presi la meningite acuta, che era il morbo più diffuso in quel momento. Molte persone sono morte, e alcuni di coloro che sono sopravvissuti hanno avuto effetti persistenti dopo la malattia – ovvero il ritardo mentale. I miei genitori pregarono per me e, miracolosamente, iniziai a migliorare dopo aver ricevuto una sola iniezione, senza alcuna conseguenza. Sapevo chiaramente nel cuore che era merito del Signore che mi aveva dato una seconda possibilità. Dopo il matrimonio, la famiglia di mio marito che non credeva nel Signore mi costrinse ad abbandonarLo. Tuttavia, ero ancora decisa a seguire il Signore. Questa strada mi ha portata ad assistere a numerose azioni miracolose del Signore. È stata la Sua meravigliosa protezione che mi ha aiutata a sopravvivere più volte al pericolo. Perciò, ho preso la mia decisione di camminare sulla via della fede nel Signore per ripagarLo della grazia che mi ha mostrato.

Nel 1992 sono emigrata negli Stati Uniti, un paese in cui vige la libertà di culto. In questo paese mi era più facile andare in chiesa per la Messa e la confessione. Più tardi, inconsapevolmente, quando ero stanca per il lavoro e di cattivo umore, mi lamentavo sempre; quando i miei figli non obbedivano, quando ero vittima di bullismo e i miei colleghi indisciplinati parlavano male di me, mi arrabbiavo e cercavo di vendicarmi. In quei momenti, spesso ho peccato e offeso il Signore e poi mi sono confessata. Le cose sono continuate così per molti anni. Sentivo di avere ancora molti peccati da confessare. Pensavo: “Mi confesso dopo aver commesso dei peccati, ma poi ne commetto degli altri. Come posso entrare nel Regno dei Cieli?” Mi sentivo in debito con il Signore. Ma quando pensavo al Signore Gesù che mi ha salvata in punto di morte, mi commuovevo e ritrovavo la motivazione, pensando: il Signore Gesù fu inchiodato alla croce per assolvere i nostri peccati, e non ci considerò peccatori. Ho goduto di tanta grazia del Signore, perciò dovrei praticare ancora di più le Sue parole e glorificarLo! Inoltre, devo ascoltare di più il nostro sacerdote e servire di più i miei amici alla chiesa. Il nostro sacerdote lo dirà per me al Signore così che dopo la morte io possa passare meno tempo nel purgatorio prima di entrare nel Regno dei Cieli. Poi ricordai le parole del Signore: “Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro” (Matteo 5:14-16). In seguito ho iniziato a concentrarmi sul mettere in pratica le parole del Signore, come visitare gli anziani e gli amici malati della chiesa, e sostenere coloro che avevano perso la loro fede e il loro amore. Ho fatto queste cose per molti anni in tutte le condizioni atmosferiche e non ho mai fatto un passo indietro, non importa quanto fosse difficile o faticoso. Consideravo la chiesa la mia casa, e trattavo gli amici di chiesa come i miei familiari. Facevo del mio meglio per sostenere e aiutare coloro che ne avevano bisogno. Consacravo spesso la Messa per gli amici della chiesa malati o in difficoltà, e ho pregavo il nostro sacerdote di consacrarla per loro. Ho pensato alle parole della Bibbia: “Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (Matteo 5:44). “Con la vostra perseveranza guadagnerete le anime vostre” (Luca 21:19). In seguito, quando alcune persone mi maltrattavano e insultavano, li tolleravo e li sopportavo. Pregavo anche per loro, pregavo il Signore di perdonarli. A casa, quando ero infastidita dai miei figli e da mio marito, non litigavo più con loro.

I miei anni di impegno non sono stati vani. Il nostro sacerdote diceva spesso che ero una persona “perfetta”. Oltre a questo, agli occhi di altri amici di chiesa, ero la più pia. Quando sono andata in pensione ho dedicato tutto il mio tempo al Signore. Mi sembrava sempre di non aver commesso peccati e non sapevo cosa confessare quando andavo a Messa. In più, il nostro sacerdote diceva che avevo già fatto le cose molto bene e che il denaro che avevo offerto era pari a una piccola villa in cielo, quindi ero più che qualificata per entrare nel Regno dei Cieli. Per questo motivo, mi sentivo spesso euforica. Anche il nostro sacerdote spesso mi lodava e mi faceva da esempio per gli altri. Diceva: “Lei è riluttante a spendere soldi per mangiare bene, vestirsi bene e persino per prendere l’autobus, preferisce risparmiare i soldi per le offerte. Tratta la nostra chiesa come la sua famiglia. Dovreste imparare da lei”. Ero estremamente lusingata dalle sue lodi e sentivo di essere la più amata dal Signore. Inoltre, il nostro sacerdote mi diceva: “Quando verrà il momento di andare in cielo devi portarmi con te. Condividi con me la tua grazia e io sarò le tue ali. Entriamo insieme nel Regno dei Cieli!” Anche i miei amici di chiesa dicevano: “Quando andrai in paradiso, afferreremo i tuoi vestiti. Andiamoci insieme!” Queste parole mi esaltavano tantissimo, tanto che avevo dimenticato che non ero altro che una peccatrice. Rispondevo subito: “Nessun problema! Quando arriverò in cielo aprirò la porta per voi, affinché tutti possiate entrare”. Ero abbagliata dalle parole lusinghiere, mi crogiolavo nell’autocompiacimento e nell’auto-ammirazione. A quel tempo, circondata dai complimenti e dalle lodi degli altri, camminavo a tre metri da terra. Naturalmente mi presi il titolo di “pia cattolica” e l’aura di “credente più amato dal Signore”, e sentivo che mi era già stato garantito un posto nel regno dei cieli.

Nell’ottobre del 2017, un mio amico della chiesa, Xie, mi ha chiesto di andare con lui a trovare un altro amico della chiesa, Xiaorong, e io accettai felicemente. Sono grata per le meravigliose disposizioni del Signore. Lì mi imbattei nel Fratello Liu. Nei giorni seguenti Liu discusse con noi di tutti gli aspetti della verità, come il piano di gestione di sei millenni di Dio per salvare l’umanità, l’incarnazione di Dio, come distinguere tra il vero Cristo e quelli falsi, come il Signore farà riunire tutte le sette e fazioni in una quando ritornerà. Fratello Liu ha anche detto che quando il Signore Gesù ritornerà, prima si incarnerà ed esprimerà la verità per compiere l’opera di giudizio e astigo, e poi scenderà pubblicamente con le nuvole per ricompensare i buoni e punire i malvagi. Non avevo mai sentito una simile comunione di sentimenti. In quei giorni ho imparato più dal fratello Liu che dalla mia chiesa. Ho capito molte verità che non avevo capito prima. Mi sentivo liberata nello spirito, la mia anima assetata aveva ottenuto nutrimento.

Ma mi sentivo ancora un po’ confusa: il Signore Gesù ci ha già redenti e non ci vede più come peccatori. Quindi dopo essermi confessata non ho più peccati? Ho solo bisogno di aspettare di sottopormi al purgatorio e poi entrare nel Regno dei Cieli? Che cosa significa che il Signore rimuoverà completamente i peccati? Quando ci siamo riuniti di nuovo, ho condiviso i miei pensieri col fratello Liu. Ha risposto: “Sorella, l’opera della redenzione del Signore Gesù ha portato qualche frutto in noi. All’apparenza non commettiamo peccati, ma nel momento in cui dovesse beneficiare i nostri interessi mentiamo e inganniamo. Abbiamo ancora qualità corrotte come avidità, astuzia, cattiveria e così via. Quando facciamo le cose teniamo sempre conto delle nostre stravaganti richieste personali. Quando le parole e l’opera di Dio non sono coerenti con le nostre nozioni, ci ribelliamo e resistiamo a Dio, non Gli obbediamo veramente e non Lo amiamo. Anche se il Signore ci ha già assolti dai peccati, non possiamo fare a meno di rivelare la nostra disposizione corrotta fatta di arroganza, egoismo e astuzia. Solo accettando l’opera di giudizio e di purificazione compiuta dal Signore tornato negli ultimi giorni possiamo liberarci dei vincoli e del controllo della nostra disposizione satanica”. Ho pensato: “Vincolati dai peccati? Come è possibile? Dio non ha perdonato i miei peccati? Inoltre, di solito pratico secondo le parole di Dio, sono la luce e il sale della terra, sono tollerante e paziente e amo i nemici. Sono davvero cambiata. Perché dici che sono ancora schiava dei peccati?

Fratello Liu ha proseguito con la sua comunione: “Il Signore Gesù ha perdonato i nostri peccati lasciandosi inchiodare alla croce, ma questo non significa che non ne abbiamo più, né che ci siamo liberati dalla schiavitù e dal controllo del peccato. A cosa si riferisce realmente il ‘peccato’ che il Signore Gesù ha perdonato?” Risposi: “Si riferisce a picchiare e insultare la gente, rubare, commettere adulterio, adorare gli idoli e tutto ciò che va contro i Dieci Comandamenti. Ma io non ho commesso nessuno di questi peccati”. Fratello Liu ha risposto: “Omicidio, adulterio, furto, ecc. tutto ciò che viola le leggi, i comandamenti o le parole di Dio è peccato. Qualsiasi azione che resista, condanni o giudichi Dio è anche peccato. Nell’Età della Grazia, il Signore Gesù si offrì per i peccati dell’umanità. Se preghiamo il Signore e confessiamo i nostri peccati, Egli non ci vedrà più come peccatori. Anche se i nostri peccati sono stati perdonati, non significa che non ne commetteremo altri o che non resisteremo a Dio. Quando l’opera di Dio non è in linea con la nostra immaginazione e le nostre nozioni, Lo giudicheremo e Gli resisteremo ancora. Come possono persone del genere essere qualificate per entrare nel regno dei cieli?” Il discorso di fratello Liu aveva molto senso. Ovviamente i peccatori non possono entrare nel regno dei cieli, ma io ho confessato tutti i miei peccati e non ne ho commessi altri! Come posso commettere di nuovo peccati per resistere a Dio?

Fratello Liu ci ha letto le parole di Dio: “Prima che l’uomo fosse redento, molti dei veleni di Satana si erano già insinuati in lui. Dopo millenni di corruzione satanica, l’uomo ha già dentro di sé una natura che resiste a Dio. Quando egli è stato redento, dunque, questa non è altro che redenzione, in cui l’uomo viene comprato a caro prezzo, ma la natura velenosa dentro di lui non è stata eliminata. Un uomo così contaminatodeve subire un cambiamento prima di essere degno di servire Dio. Attraverso quest’opera di giudizio e di castigo, l’uomo arriverà a conoscere appieno la sostanza sudicia e corrotta dentro di sé e sarà in grado di cambiare completamente e di diventare puro. Solo in questo modo egli può essere degno di tornare davanti al trono di Dio”. “Un peccatore come voi, che è stato redento ma non cambiato o perfezionato da Dio, è in grado di essere compatibile con la volontà di Dio? Per te, che sei ancora dominato dal tuo vecchio io, è vero che sei stato salvato da Gesù e non sei considerato peccatore grazie alla salvezza di Dio, ma questo non dimostra che tu non sia peccaminoso e non sia impuro. Come puoi essere santo, se non sei stato trasformato? Dentro di te sei assediato dall’impurità, dall’egoismo e dalla cattiveria, eppure vuoi ancora discendere con Gesù e avere una simile fortuna! Hai saltato un passaggio della tua fede in Dio: sei stato solo redento, non sei stato trasformato. Perché tu sia secondo il cuore di Dio, l’opera di trasformazione e di purificazione deve essere compiuta personalmente da Lui; se sei solo redento, non sarai in grado di raggiungere la santità. Di conseguenza, non sarai qualificato per prendere parte alle sante benedizioni di Dio, perché hai saltato un passaggio nell’opera di Dio per la gestione dell’uomo, ossia il passaggio principale per la trasformazione e la perfezione. Pertanto tu, peccatore che è stato solo redento, non puoi ricevere direttamente l’eredità di Dio”.

Ascoltando le parole di Dio, ci siamo guardati e abbiamo annuito, capendo che quelle non erano parole che avrebbe potuto pronunciare una persona media. Erano autorevoli. Ho capito anche che quando Adamo ed Eva, i nostri progenitori, furono sedotti e mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, noi umanità avemmo la nostra natura peccaminosa, e così spesso viviamo in uno stato di peccato e confessione. Anche se non riuscivo a capire completamente queste parole, non c’era altra scelta che convincermene. È vero che le persone che credono nel Signore vivono una vita fatta di cicli continui di peccati e confessione.

Fratello Liu continuò: “Dalle parole di Dio possiamo vedere che il perdono dei peccati non significa che non ne commetteremo altri. In noi ci sono ancora arroganza, egoismo, avidità, inganno e altri aspetti della disposizione satanica corrotta che sono qualcosa di più profondo e più testardo dei peccati esteriori. Ad esempio, quando alcune persone ci opprimono, all’esterno non litighiamo né combattiamo con loro ma pensiamo di vendicarci, non è forse così? Quando vediamo che altre persone sono migliori di noi siamo gelosi e addirittura vorremmo che stessero male. Non siamo malvagi? Anche se all’esterno non siamo né arroganti né umili, se facciamo qualcosa meglio di qualcun altro sfoggiamo i risultati e ci vantiamo di noi stessi, e sentiamo di essere i migliori. Siamo arroganti. Questi comportamenti mostrano che viviamo ancora nel peccato e non ce ne siamo liberati. Possiamo ancora commettere peccati e resistere a Dio. Il Signore Gesù disse: ‘Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per appetirla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore’” (Matteo 5:28).

Questo verso ci fa capire che esteriormente non commettiamo più peccati evidenti, ma può il nostro cuore sopportare l’osservazione di Dio? Comportarsi bene all’esterno significa che smettiamo di peccare e resistere a Dio?” Tutti noi abbiamo detto: “No, non è così”. Ho pensato: “È vero. Anche se mostriamo tolleranza e pazienza verso gli altri e non discutiamo né combattiamo con loro, portiamo comunque rancore verso di loro nei nostri cuori, e speriamo anche che qualcosa di cattivo accadà loro. Ciò che ha detto il fratello Liu è un dato di fatto. In questi anni mi sono dedicata con passione al Signore e ho avuto dei comportamenti superficialmente buoni, quindi ho pensato di credere nel Signore meglio degli altri e volevo che pensassero molto bene di me e mi ammirassero. Credevo che persone come me potessero sicuramente entrare nel regno dei cieli. Ora vedo che vivevo ancora nel peccato!

Fonte: Investigare la Bibbia

Il ritorno di una cattolica di 67 anniultima modifica: 2020-11-23T23:57:30+01:00da
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